Pur troppo, dal giorno che il monaco Ildebrando cinse la corona, la storia della corte romana è uno spettacolo che contrista la ragione.
Senza rammentare le pagine più cupe di codesta storia; senza ripensare ai più tortuosi avvolgimenti della politica dei pontefici; senza rinnovarci il fremito dei patiboli e dei roghi da essi accesi; senza ponderare i due memorandum delle Marche e delle Legazioni, dove sono consegnate tutte le accuse e le prove irrefragabili dei delitti ufficiali dell'ultimo periodo del potere pontificio; per rimanere percossi di stupore, basta scorrere soltanto un libro, che pur si limita a prudenziali intenti: questo libro è l'Indice dei libri proibiti.
Non ricorriamo ad altri documenti, non sommoviamo la storia, lasciamo gli apostoli e i santi padri in pace. Questo libro, nella sua semplicità numerica, nella sua laconica grettezza, è il riassunto di tutti i capi d'accusa, di tutto il corpo delle citazioni erudite, di tutte le argomentazioni della sapienza, di tutte le strettoje della logica inesorabile. Il potere pontificale è giudicato in ultima istanza dal suo Indice dei libri proibiti. L'uomo colto si faccia passare innanzi alla memoria tutte le opere del pensiero che più hanno beneficato l'umanità, quelle che hanno determinato un nuovo atteggiamento della civiltà, che apersero nuovi mondi alla scienza, che vivificarono coll'incanto del linguaggio poetico i pericolosi ozj della vita; eppoi consideri, che quasi tutte codeste opere furono messe all'indice pontificio dei libri proibiti: le più splendide emanazioni delle menti privilegiate, tutte son segnate a condanna in quell'Indice, che si riduce ad essere il rifiuto documentato dei doni più insigni del genio che, in terra, è l'ombra più sublime della divinità.
| |
Ildebrando Marche Legazioni Indice Indice Indice
|