- Colui era stato uno dei migliori allievi usciti dal Seminario di Milano. Avendo predicato nella chiesa di S. Gottardo a Corte, ebbe la protezione dell'arciduca Ferdinando, e quindi dell'arcivescovo, del vecchio Kaunitz, e di Leopoldo II; e in breve, di curato fatto prevosto e arciprete, balzò alle insegne vescovili. Alle scuole ginnasiali era stato l'antipatia de' suoi condiscepoli giovinetti, che l'avevano odiato perchè aveva avuto l'abitudine di far la spia presso al maestro; ed anche perchè, fornito di gran memoria ed essendo un gran sgobbone, era salito al grado d'imperatore, come voleva il costume a que' tempi.
Venuto alla scuola di belle lettere in Brera, il Parini, lettore sagacissimo di fisionomie, e acre e bisbetico, lo ebbe talmente in sulle corna, che lo espose spesso alle risate della scolaresca. Dalla giovine società che lo aveva circondato, non ebbe mai dunque che segni d'antipatia e di disprezzo in tutto il tempo de' suoi primi studj. Però il seminario riuscì per lui un luogo di sicurezza e di tranquillità, dove fu ben felice di sentir l'odore de' sornioni suoi pari, che l'odorarono a gara, e gli si accostarono e si strinsero in lega seco. In simile maniera s'accovacciano insieme nelle cantine, e accanto ai focolari delle vecchie pinzochere, i gatti soriani, in odio al mondo e all'allegra brigata dei cani barboni.
Vicino a quel vescovo v'era un monsignore del Duomo, stato professore in seminario di lingua ebraica, poi di casistica; dottissimo interprete di scritture antiche, e forte in numismatica, specialmente nella romana.
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