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      E fu anzi in quell'occasione che egli si trovò spesse volte a contatto col parroco della chiesa di S. Gottardo, nel palazzo di corte, quel parroco fatto vescovo, di cui abbiamo or ora fotografato il ritratto; e il quale, giacchè l'ex lacchè e ladro era piaciuto all'arciduca, non mancò di farselo piacere anch'esso, e gli piacque difatto; perchè quando un uomo non è sincero, e si propone d'ingannar tutti, ed è dotato di seduzione diabolica, riesce a farsi amare anche da coloro che, per istituto, odiano tutto il genere umano.
      E in quell'occasione ebbe a trovarsi spessissimo col marchese F..., e a stringersi con lui in qualche familiarità. - Ma qui, non potendo dir tutto quello che al lettore sarebbe necessario onde farsi capace di tante cose, per quella ragione che il carciofo non può essere mangiato che foglia per foglia, lo introdurremo intanto nel mezzo di quel conciliabolo.
     
     
      IV
     
      - E che si fa, marchese?
      - Monsignore, che si fa?
      - Meno chiacchiere, e più fatti.
      Così, colla franchezza petulante dell'uomo avvezzo a padroneggiare gli altri uomini, il vecchio Galantino ruppe in mezzo le mutue interrogazioni di quei due titolati della gerarchia civile ed ecclesiastica.
      E i due titolati lo guardarono, senza poter dissimulare il dispetto che provarono all'urto di quelle risolute parole.
      - Suggerite voi dunque i fatti; e suggerite il modo di prepararli senza chiacchiere, disse poi il monsignore, aprendo leggermente, con un lezio crudo delle linee, quella sferla ad uso bocca, che aveva nella zucca ad uso testa.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





S. Gottardo Galantino