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      - Il convento in cui siete stato educato mi fa sperar molto dai vostri consigli. Parlate dunque, e sbrighiamoci.
      - Non è egli vero, monsignore, che Giuditta fu venerata dai seniori di Betulia, e che tra le eroine della sacra Bibbia è riconosciuta santissima per aver troncata la testa d'Oloferne?
      - Ma terreste voi mai a vostra disposizione una qualche Giuditta nella vostra pieve? domandò il Suardi facendo d'occhio al marchese; se è così, sarebbe bene che, prima di mandarla al suo destino, la faceste conoscere a me e al marchese. Le daremo dei pareri.
      Monsignor vescovo tacque; tutti tacquero; ma prese la parola il monsignore del Duomo, il professore emerito di lingua ebraica e di casuistica.
      - Io mi meraviglio molto col signor marchese, e non so come spiegare la presenza in questo luogo di monsignor vescovo illustrissimo, quando sento a parlare in questo modo, e con parole cosparse di maledetta miscredenza, al cospetto di sacerdoti, al cospetto di dignità ecclesiastiche reverende. Ma a che scopo ci siamo uniti qui? per tentare di mettere un riparo ai pericoli che da ogni parte, circondano la nostra santissima religione, o per sentirla a vituperare e a metterla in canzone?
      - Reverendo monsignore, disse il vescovo, mettete in calma il vostro spirito, riposate tranquillo su di me: perchè in verità vi dico, che non permetterei che questo secolare fosse qui, se i suoi pensieri, se i suoi disegni non fossero precisamente i nostri.
      Il monsignore del Duomo, che già abbiamo dato in nota per quel bigotto furioso, forte di quella dottrina che viene dalla sola memoria, chinò il capo sul petto a tali parole, e senza aggiungere altro, incrociò le mani e si mise a sedere, recitando sommesso delle orazioni.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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