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      Allora pareva quasi che, per incanto, si togliesse il melanconico sipario degli anni quarantasei, per iscoprire il sotto tessuto di una faccia di trent'anni al più. Nel momento in cui l'abbiamo sorpresa per farne la descrizione, siccome era verso sera, e, se non c'era il sole vivo, non c'era nemmeno nè la luna nè la fiamma di candela, mostravasi così mezz'a mezzo, tra gli estremi che abbiamo delineato, e piuttosto più vicina ai trenta che ai quaranta; perchè in quel punto era concitata dall'arte, e da qualche cosa di più forte ancora. Seduta innanzi al pianoforte, stava provando la musica della Marsigliese che teneva aperta sul leggio, e si esaltava nell'interpretazione di essa.
      Ma intanto, che la nonna guardava come perscrutando non sappiamo che cosa, e la mamma passava al cembalo la Marsigliese, donna Paolina, che tale era il nome della figliuola di donna Ada (non si meravigli il lettore di sentire ancora i titoli sonanti di marchese, di conte e contessa e don e donna in un tempo che i titoli di nobiltà erano stati messi inesorabilmente al bando dalla Libertà e dalla così detta Eguaglianza; perchè nell'intimo della vita domestica, dal periodo della loro invenzione fino ad oggi, non furono mai sospesi nemmeno un minuto; e i servitori e le cameriere e i cocchieri hanno sempre continuato a dare del don e della donna e del conte e della contessa ai loro padroni, perchè era una questione di pane come un'altra. Anche fuori delle pareti casalinghe, e anche fuori della schiera infelice delle fantesche e dei servitori propriamente detti, i servi dilettanti e devotissimi di tutto il mondo, e i pagnottisti perpetui hanno sempre continuato anch'essi a dare i titoli a chi toccavano per diritto di blasone, anche in piazza, anche in teatro; ad una condizione però, già s'intende, che nessuno dei democratici sfogati li sentissero, perchè le bastonature erano in voga, e la prudenza e il parlare sommesso erano consigliati dalla pubblica intimidazione; e qui mettiamo il claudite alla parentesi, che ci portò fuori affatto di traccia), dunque donna Paolina (che così venne chiamata al fonte battesimale, perchè la nonna e la madre vollero perpetuare in essa la cara memoria di donna Paola Pietra; ed ecco un altro claudite), donna Paolina dunque, essendo aperto un finestrone che dava nel giardino, perchè il marzo non era freddo e si voleva usufruttare l'ultima luce, stava appoggiata ad una spalla di esso, in una posa tutta sua particolare e, diremo, affatto maschile, perchè aveva il tergo appoggiato a un punto del muro che non era sufficiente per concederle di star ritta in piedi; onde, colle gambe tese e i piedi puntati al basso del muro opposto, segnava una diagonale.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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