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      Or venendo alla descrizione di quella fanciulla, vorremmo che il lettore l'avesse veduta cogli occhi proprj, per capacitarsi che non è già per amore di convenzionalismo che noi regaliamo a tutti i nostri giovani personaggi una bellezza incomparabile; ma sibbene perchè se quella fanciulla era bella veramente, non è in nostro diritto di contraffarla e peggiorarla per intento di varietà; la varietà è infinita in natura, anche senza incomodare la scrofola e la rachitide.
      A misurarla dunque, così a calcolo d'occhio, quella fanciulla poteva essere alta come un uomo di statura regolare; ma siccome aveva la testa leggera ed il collo non corto, e le mani ed i piedi piccoli, ed una vita che si poteva stringere in due mani, e la vesta lunga, così potea sembrar alta fino all'eccedenza; alta e sottile e lunga come una frusta; se non che le maniche di seta strette, come allora voleva il costume, rivelavano un braccio sviluppato e denso; e le sottane di levantina che, per quella strana positura di lei, cascando mollemente, profilavano le sue gambe tese, lasciavano trapelare forme così aitanti, da parere un'esagerazione per una ragazza di anni diciasette. Quando ci si permettesse il confronto, suggeritoci dal più gretto naturalismo, noi diremmo, che se colei, invece di una fanciulla, fosse stata una puledra, ben poteva valere i duecento mila franchi della Katinka di Abdul-Megid. Ma donna Paolina, che da un pezzo stava immobile in quella strana positura, concentratissima com'era in un pensiero, di slancio si rizzò in piedi, e fece due o tre passi, aggirandosi intorno a sè, sciolta ed elastica e come snodata.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





Katinka Abdul-Megid Paolina