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      È un fenomeno strano e d'origine arcana; ma non per questo cessa di esser vero.
      Lasciando ora gli speroni, è a sapere che il capitano Baroggi, senza che fosse vagheggino, nè vanitoso, nell'ultima volta che venne a Milano di presidio, e fu per tre mesi, si trovò, senza accorgersi, ingaggiato in tre amori che gli serrarono addosso in pochi dì l'uno dopo l'altro. Non eran molti, a dir vero, per la pace del cuore, ma siccome le donne che lo avevano inspirato erano tutte belle a perfetta vicenda, ed egli aveva saputo dividere equabilmente le sue ore d'ozio con ciascuna di esse, così avea vissuto felicissimo i suoi novanta giorni. Nell'ultimo mese però s'era incontrato nella signora R..., che gli penetrò, non dirò nel cuore, ma nella simpatia un po' più delle altre, ed egli stesso se ne accorse, ciò che fu un eccellente indizio. Però quando il signor Andrea Suardi gli propose di fare una visita alla contessa A..., che per turno divideva colla R... il seggio della regina del torneo milanese, fu contentissimo, presentendo che a quel modo ei si sarebbe rimesso in equilibrio. Ma non si perde mai l'equilibrio quando si sente e si vede il pericolo. L'affare bensì diventa seriissimo allorchè, frugando così a caso intorno a qualche rosaio, ti si ficca inavvertita una spina nel dito. Un bel giorno, non si sa da che cosa dipende, ma la mano è gonfia e il braccio è al collo. Ora il nostro bel capitano, mentre era contento di potere colla bellissima e voluttuosissima contessa A..., fintanto almeno che sarebbe rimasto a Milano, farsi scudo e riparo contro alle invasioni ognora più minacciose della bella R..., non sapeva che appunto una spina gli era penetrata tra pelle e pelle pochi giorni prima.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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