Nel carnevale dello stesso anno 97 si diede, come fu detto, un corso di rappresentazioni drammatiche in un collegio femminile, fondato nell'anno antecedente in Milano da una dama francese, per nome, Blanchard, venuta da Parigi con fama di gran letterata, di grande sventurata, perchè suo padre era stato ghigliottinato e le di lui ricchezze, almeno così ella asseriva, si erano dileguate in mezzo ai furori popolari. - Quella donna, capitata in momenti opportuni, venditrice insigne di vento e di fumo, e nominatasi direttrice del nuovo collegio, ottenne di vederlo in breve popolato dalle figliuole appartenenti alle più ricche famiglie di Milano. Parve alla maggior parte che colà potessero ricevere un'educazione più liberale, più sciolta, più svariata, più conveniente insomma ai tempi nuovi. I parenti stessi, messisi d'accordo per giovare a quello stabilimento con laute contribuzioni, in breve gli diedero un impianto così ricco e fastoso, che quando trattavasi di esami, di accademie, di musica, di ballo, pareva di trovarsi piuttosto nelle sale di un ricco pomposo, che tra le pareti di una sala di educazione. Le giovani mammine vi accorrevano in gara di bellezza e di ricchezza; e col pretesto dell'educazione e dell'amor materno, velate di devota incontinenza, non tutte già s'intende, ma alcune e non poche, s'ingegnavano a piantare qualche mirto tra le innocenti ajuole di quel giardino. - Siccome poi un passo ne chiama un altro, così la vivace ufficialità dell'esercito repubblicano, che aveva alloggio e tavola presso le più facoltose case di Milano, accompagnando qualche volta le mammine a quei domenicali e serali ritrovi, trovavano il loro conto a fermarsi colà; tanto eran fatti premurosi del buon'andamento della pubblica istruzione!
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