Pagina (839/1507)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Di quelle care e bellissime signore si occupava dunque con fervidissima espansione finchè trovavasi con loro; ma, dopo, il suo pensiero rimaneva sgombro e netto come una tavola rasa. Questo salutare fenomeno era quello che, ad onta delle molte fatiche di campo e di camera, gli conservava quella vivacità e freschezza di colorito, il quale, forse un quarto di secolo dopo, gli sarebbe stato ascritto a difetto e quasi a colpa dalle donne sentimentali, che nell'Ildegonda di Grossi e nel Tu vedrai la sventurata di Bellini, appresero a mettere in voga i colori sepolcrali e la tisi tubercolare. Ma, pur troppo, il sereno non può essere perpetuo. Nella sera stessa dello spettacolo, quando accompagnò a casa la signora R... nella stessa carrozza di lei, non ebbe tempo di ricordarsi dell'allieva emerita. Dormì anche, com'è naturale, tranquillissimo tutta la notte; si alzò dal suo letto di caserma, lieto, florido, raggiante e con quell'appetito modello che può avere un giovane di ventitrè anni, il quale nel trotto e nel galoppo trova il tocca e sana, indarno promesso dalle acque ferruginose. Ma, che volete, lettori carissimi? allorchè egli discese nel Maneggio ad assistere il sergente istruttore di cavallerizza, e prese egli stesso il frustone per comandare una ballottata, nel guardare a' giovani coscritti che duri e inerti stavano sul cavallo come fantocci inchiodati; al pari di un'apparizione diafana e vaporosa gli si presentò alla memoria la figurina leggiadra del dragone del collegio di madama Blanchard, gli si presentò alla memoria insieme col desiderio di vederla seduta in sella caracollare sotto alla di lui istruzione.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





Ildegonda Grossi Bellini Maneggio Blanchard