Codesta idea sorse in lei, e per quel senso profondo di decoro e di pudore che è in tutte le fanciulle, anche allorquando sono esaltate e traviate dalla passione; e per esperimentare se le proteste ardentissime del Baroggi non fossero proteste oblique e malfide. Il dubbio o il sospetto è inseparabile da qualunque passione, nel soddisfacimento della quale si ripone ogni maggior bene. Ella, del rimanente, aveva sentito a dire che i matrimonj, senza il consenso dei genitori, erano nulli per legge; ma avendo pur letto, non sappiamo in qual libro, che in alcuni casi non è necessario il loro consenso, intelligente e acutissima qual'era, andò a squadernar il catalogo dei libri della biblioteca ricca e scelta, raccolta dalla dottissima contessa Clelia, l'ex lettrice di matematica nell'archiginnasio bolognese, per vedere se mai vi fossero delle opere che trattassero del matrimonio. Squadernò dunque, e ne trovò più d'una, e di recenti: tra l'altre, le Considerazioni attribuite a don Giovanni Bovara sopra l'imperial regia costituzione del giorno 16 di gennaio 1783, risguardante i matrimonj, stampate a Milano dal Motta nel 1794; i due opuscoli dell'abate segretario Giudici, Sulla civile potestà del matrimonio, stampati pure a Milano in quel medesimo anno 1797; e un altro sul medesimo soggetto, d'ignoto autore, stampato a Brescia nell'anno stesso.
Lesse avidamente quei libri, ma per quanto ella fosse colta e intelligente, quella materia mista di giurisprudenza e di teologia era alquanto superiore alle sue forze: e tanto più che così il Bovara, come l'abate Giudici e l'anonimo di Brescia non ebbero certo in mente di scriver per le ragazze.
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