Pagina (848/1507)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Lesse dunque molto e capì assai poco, ma per quel poco comprese che l'affare era disperato e si sentì venir freddo.
      Ma tutt'a un tratto balzò in piedi, come se avesse fatto una scoperta, mandando un lungo respiro di soddisfazione. Aprendo l'opuscolo di Brescia, s'imbattè nella pagina 23, dove lesse quel passo che per lei era davvero un passo d'oro: - Ognuno sa che il concilio di Trento volle stabilire che valido sia il matrimonio dei figli anche senza il consenso de' genitori. - Ciò le bastò; chiuse il libro; ripose tutti gli altri nella libreria, e non ne volle saper altro; e su quel passo solitario e sgranato, come praticano molti dotti che vogliono fondare un sistema nuovo a qualunque costo, e storpiano i fatti per farli stare sul loro letto di Procuste, fondò la sicurezza del suo matrimonio col bel capitano.
      Scrisse allora al Baroggi una seconda lettera, nella quale metteva il matrimonio come indispensabile condizione, anzi come condizione preventiva alla partenza e alla fuga. Il capitano, che ignorava il decreto del concilio di Trento, ma senza saperlo, sapeva benissimo che la sostanza di quel decreto non era mai stata ricevuta da nessun governo; e recentissimamente il general Bonaparte avea promulgato la legge del matrimonio civile, per il quale, essendosi fissato il principio del contratto, le difficoltà erano accresciute pei contraenti; volle darsi per disperato, e tanto più che le parole della fanciulla, mentre pure esprimevano il turbine della passione, erano parole di ferro in quanto al matrimonio.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





Brescia Trento Procuste Baroggi Trento Bonaparte