Devo dunque dire che, senza ch'io stesso lo sapessi, io era un po' innamorato di quella ragazza. - Vedutala quand'io non avea che dodici anni ed ella quindici, m'avea lasciato di sè una tale impressione, che la sua cara figurina mi rimase sempre innanzi agli occhi per tutto il tempo che stetti fuori di Milano co' miei parenti; venuto poi coll'età il primo rigoglio del sangue, quel rigoglio che ti fa desiderare per fin ciò che non si conosce; non avendo mai avuto occasione di fermare a lungo la mia attenzione su fanciulla nessuna, perchè oggi si era qua, domani là, invece di crearmi un ideale, come fanno i giovinetti quando il sentimento si sviluppa e non si conosce nessuno con cui alimentarlo, io nella mia memoria mi ero messo a fare conversazione perpetua coll'imagine di colei; cagione codesta perchè tanto desiderai di rivederla, quando ritornai a Milano. Fatto così il primo tentativo e non vedutala, tornai altre volte in casa Pietra, tornai solo e tornai spesso con mia madre, e mi consolai vedendo che noi eravamo benissimo accetti, e mi consolai tanto più quando mi accorsi che la contessa Clelia fece delle confidenze non indifferenti a mia madre. Questa però non mi disse mai nulla, perchè voleva tenermi all'oscuro di tutto. - Fortuna che mio padre Lorenzo non la pensava come lei, e voleva che un giovane sapesse tutto quello che si può sapere. Egli dunque, filosofando, com'era il suo costume, mi disse tutto quanto era avvenuto e avveniva in quella famiglia; mi disse che donna Paola non dovevasi incolpare se non si era opposta a quel matrimonio.
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