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      «Ora, giacchè mi trovo sotto la penna questo nome, dirò che mio padre, allorchè venne per certi nostri affari a Milano e andò a visitare donna Paola, seppe da quella veneranda signora come il Suardi, due mesi dopo essere stato rimesso in libertà e dopo aver trovato il modo di diventare accetto al popolo con abbondanti largizioni di denaro, di grano e miglio, nell'occasione che il calmiere del pane diventò insopportabile per la carestia, credendo di esser diventato nobile, ebbe l'animo di recarsi da donna Paola per chiederle di bel nuovo la mano della contessina Ada. In quella casa dove assiduamente frequentava il marchese F..., per necessità il Suardi non poteva essere accolto. La servitù propalò poi per la città come fosse avvenuto un alterco scandalosissimo tra que' due, e come il tutto finisse collo sfratto del Suardi. Dico che fu la servitù a propalare la notizia di quest'alterco, perchè donna Paola, quantunque si sprigionasse affatto con mio padre, che era uomo da comprenderla, non gli disse mai nulla di tutto ciò.
      «Ora è tempo di raccontare quanto avvenne in quella famiglia, quasi direi, sotto alla mia testimonianza.
      «Come dissi, essendo io fortemente preso di simpatia per quella fanciulla, dico simpatia perchè non oserei dire se fosse precisamente amore, mi recava in casa Pietra soventi volte, e più forse che nol comportasse la convenienza e la mia speciale condizione. Ma mi dava coraggio quella santa donna di donna Paola, e trovava indulgentissima e cortese anche la contessa Clelia.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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