Pagina (902/1507)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      «- Non vi capisco.
      «- Se nel '50 invece di aver sette anni aveste avuta la mia età, certo che capireste. Ora ascoltate. Io ho sempre creduto che lo zio dell'attuale marchese abbia realmente istituito erede il figlio della Baroggi. Io ho sempre creduto, che alla morte di colui il testamento fosse chiuso nello scrigno del suo studio. Io ho sempre creduto che il Suardi l'abbia trafugato, e ho sempre creduto e credo che il testamento sussista ancora.
      «A questo punto mio padre mi guardò, come se si fosse pentito d'aver parlato in mia presenza, e però, scostatosi due o tre passi, continuò a parlar sottovoce allo Strigelli, il quale, facendo le meraviglie e fermandosi ad ogni quattro passi, ripeteva come per intercalare:
      «- Ma sta a vedere che la indovini, volpone!
      «Io, com'è giusto, non capii più nulla; onde m'entrò addosso tanta curiosità, che quando mio padre ebbe lasciato l'avvocato sulla porta della sua casa, io lo tormentai perchè dicesse qualche cosa anche a me. Ma mio padre, dopo aver tentato di tirarmi più volte giù di strada, conchiuse bruscamente col dirmi: La cosa di cui si tratta è un'inezia. Ma tu per ora non la devi sapere.
      «Per quel giorno dunque non si parlò oltre di quell'affare. - Il giorno dopo l'avvocato venne da mio padre, e stettero insieme un pezzo: ma io non potei penetrar nulla. - Mi recai in casa Pietra per vedere se mai le nubi del giorno prima si fossero condensate in temporale. - Ma con mia grande sorpresa era tornato il sereno. - In ogni modo passò quel dì e un altro e il terzo, e spuntò quel delle nozze.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





Baroggi Suardi Strigelli Pietra