Pagina (907/1507)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Tranquillo e grave lo vidi dunque a muoversi per la prima volta, e levarsi di là, quando il parroco disse quelle parole agli intervenuti.
      «Ora è facile imaginarsi la meraviglia di tutti costoro, e il bisbiglio e il malcontento che ne seguì, quasi che il matrimonio lo dovessero far loro; è facile imaginarsi come quel bisbiglio e quel malcontento passasse dalla chiesa al piazzale, alle vie, al vicolo dove tanta folla aspettante e curiosa era stipata. Ma più di tutti gl'intervenuti e della folla, quelli che rimasero veramente colpiti dallo stupore furono mio padre e l'avvocato. Quand'io m'accostai ad essi, per domandar qualche schiarimento, essi stavano guardandosi muti con quell'espressione che hanno le statue. Uscendo dalla chiesa insieme con essi, udii mio padre, che fu il primo a rompere il silenzio, a dire queste precise parole: - Non c'è Cristi che mi possa far cambiar di parere. Non può essere stata che la virtù magica di dieci milioni quella che ha spezzato in un istante i legami di un matrimonio, a preparare il quale ci son voluti quattro anni. Il marchese, coi suoi stravizj degni d'un imperatore della decadenza, ha scantonata la propria ricchezza, come fanno gli ebrei, quando tosano gli zecchini. Se veniva a questo nuovo scappellotto, certo che lo avremmo veduto all'ospizio di S. Vincenzo. Lo Strigelli crollava il capo ripetendo:
      «- Non è possibile.
      «E mio padre:
      «- Per che cosa volete dunque che il Suardi abbia avuto quel lungo colloquio col marchese?
      «- Ma ne siete poi sicuro?


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





Cristi S. Vincenzo Strigelli Suardi