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      Colla notizia corsero anche manoscritte le copie di alcune lettere ch'esso avea scritto per donna Ada: lettere che si faceva a gara a rubarsele di mano, perchè a Venezia destavano un grande interesse, non tanto per sè stesse, quanto perchè n'era eroina la figliuola di quella contessa Clelia che molti anni addietro aveva lasciata tanta impressione in quella città. Fu allora che, intanto che mio padre recavasi a Genova per certe somme lasciate da mia madre su quel Banco, io tornai a Milano coll'intento di conoscere appieno e dappresso i particolari di tanta sventura; e fu allora ch'io sentii per la prima volta la storia dei nuovi amori del conte Achille S... e delle prossime nozze di lui colla contessina, e appurai essere stata questa la vera cagione del suicidio di lord Crall. - Le ultime lettere di questo infelice, pubblicate oggi, farebbero ancor senso, ad onta delle famosissime di Werther e Ortis; ma io, dopo averne con religiosità conservata copia per molti anni, non so come, le ho smarrite; nè mi venne mai fatto di rinvenirle altrove, per quanta cura ci abbia posto; specialmente allorchè, discorrendo un dì con Ugo Foscolo di quel fatto e di quelle lettere, egli mi mostrò un gran desiderio di vederle.
      «Saputo tutto quello che si poteva sapere, io, sebbene sentissi l'obbligo d'andare a trovare e a confortare in qualche modo la madre infelice del povero estinto, pure stetti lontano dalla casa Pietra; perchè, se mi aveva annojato in addietro il trovarmi a contatto col marchese F..., ben più m'avrebbe pesato il trovarmi allora insieme con quel petulantissimo conte S...; nè troppo a me importava ch'ei fosse un candelliere d'argento dell'arciduca, e molto meno che fosse bello come un dio, e meno ancora che avesse in sulla coscienza una mezza dozzina di cavalieri ammazzati da lui in duello; circostanza che, invece di far ribrezzo, accresceva, tanto il mondo è curioso, il prestigio che lo circondava; bensì lo abborrivo di tutto cuore, perchè, pieno com'ero io delle idee di mio padre, non potevo soffrire che colui, dopo essere stato in America a battersi per la libertà, fosse poscia tornato più gonfio che mai di vento aristocratico, e si comportasse con tutti di maniera, come se il mondo fosse suo vassallo.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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