«A tante pazzie presto tennero dietro i dissesti domestici e i dissapori col vecchio zio, il quale riuscì a fargli decretare l'interdizione. Dopo questo fatto esso diventò così acre e turbolento, che tutti facevano a gara per iscansarlo. Fu allora che nacque un accidente per cui dovette abbandonar Milano, e lasciar la casa e la famiglia. Quell'accidente però, bisogna dirlo ad onor del vero, gli recò molto onore, e fu tale che gli acquistò la simpatia anche di quelli che l'odiavano e lo scansavano. - Ecco di che si tratta. È un fatto di non poca importanza, e che si connette coi grandi interessi del paese.
«Giuseppe II, quando salì al trono, vi recò l'orgoglio del sovrano assoluto e la presunzione di saperne più di tutti. - Una tempesta doppia. - La seconda fu assai peggiore della prima giacchè per essa egli applicò le riforme con tale violenza e impazienza, da mandar disperso il bene a cui mirarono coloro che le avevano inventate. Per fermarci al ducato di Milano, Giuseppe II fu il primo sovrano austriaco che abbia manomesso dispoticamente questo inesauribile salvadenaro dell'Impero. Fu per lui che la Lombardia ha cessato, allora per la prima volta, di vivere della vita propria. Per lasciar da parte tutto il resto, e per venire al caso nostro, l'abolizione del Senato di Milano, che stava in piedi da tre secoli, fu un avvenimento che mise il malumore in tutta la popolazione. - Ben è vero che, di quel Senato, noi stessi da moltissimo tempo avevamo vedute le piaghe; ma, come avviene, il nostro legittimo orgoglio nazionale fu punto e si risentì quando venne offesa da altri quella nostra unica rappresentanza.
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