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      In nessuna parte della terra non v'è nulla che possa paragonarsi a questi due edifizj, che sembrano rappresentare l'evo antico e l'evo moderno. Peccato che il Colosseo rimanga smantellato a mezzo. La grandezza romana, se ciò non fosse, rivivrebbe tutta in lui.
      - Così fosse affatto scomparso, esclamò allora con veemenza un abate in mantelletta che per caso era là presente, che almeno non rimarrebbe più traccia della feroce èra pagana e dei tanti martiri qui immolati agli dèi bugiardi.
      - Ma perchè allora non v'è chi smantella il Vaticano? esclamò il giovane milanese.
      L'abate guardò stupito quel che così parlava; poi soggiunse quasi gridando: - Chi bestemmia così?
      - Nessuno bestemmia. Ma se volete distrutto il Colosseo, io vi domando perchè si lasciano sussistere tante testimonianze dei delitti dei pontefici? L'altro giorno mi fu mostrato un luogo dove Paolo II stava ascoltando i gemiti delle migliaja di prigionieri stipati in castel Sant'Angelo, onde il popolo atterrito dal notturno ululato ebbe a chiamar questa mole per antonomasia il toro di Falaride ingigantito.
      Queste parole provocarono una discussione tra quel giovane e l'abate.
      - Da quanto avete detto, continuava il primo, mi accorgo che hanno ragione que' dotti scrittori che della colpa d'aver smantellata Roma assolvono e le invasioni, e i saccheggi, e i Barbari, perfino i cataclismi naturali, i terremoti, e gl'incendj spontanei.
      - Chi dunque può aver fatto questo?
      - Il cristianesimo corrotto, la malvagità pretina, l'ignoranza del popolo credenzone.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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