Questa scoperta distrusse tutti i nostri dubbj, e ci animò a ricostruir questa parte dell'edificio, che quasi lasciavamo andar in ruina. Ed ora il racconto quasi assume importanza di epopea; feconda epopea, perchè fu nel 98 e in Roma, dove per la prima volta deliberatamente venne vibrato il colpo che avrebbe potuto ferire a morte il nemico più formidabile dell'Italia, che da tanti secoli si tormenta per ritrovare sè stessa e per riavere quel posto che le si compete fra le nazioni; e perchè l'Italia presente dee guardare quell'anno memorabile, non per ripeterlo, ma per emendarlo e compirlo; ma per convincerci, che, finchè rimarrà il poter temporale al pontefice, la questione italiana non sarà mai risoluta davvero; e anche nel caso che l'aspetto della nostra nazione potesse presentare i segni della salute, in quel potere starà chiuso il germe del morbo antico, pronto sempre a pigliar forza dalle possibili occasioni, per prorompere più minaccioso e funesto.
II
Pio VI e Pio VII, avendo usurpata una fama mille volte superiore al merito, e comparendo al cospetto della storia in sembiante di oppressi, di martiri, di eroi del cattolicesimo, riuscirono funestissimi all'Italia, e furon cagione che si prolungassero nel mondo i falsi concetti sulla natura e sui diritti del papato. Ma più ancora di Pio VI e Pio VII, Napoleone fu quegli che imbrogliò il pubblico giudizio relativamente alle quistioni della Chiesa, e consacrò nella maggior parte del mondo cristiano una specie di mistica paura, che rese formidabile il re-pontefice; e nella moltitudine, la quale si lascia sopraffare dalle catastrofi, depose la persuasione che le basi del poter temporale fossero inconcusse.
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