Gli ex-gesuiti, capitanati dall'energumeno Spedalieri, magnificavano per le stampe le imprese dei Musulmani; esageravano l'importanza dell'irruzione che operarono nel banato di Temeswar; nel tempo stesso che il papa spediva un breve iniquo e sovversivo al primate di Malines perchè incoraggiasse la sollevazione dei Paesi Bassi; e l'Arteaga, prezzolato da lui, faceva affiggere su tutti i canti delle vie di Roma la notizia della provvidenziale malattia di Giuseppe II, colla consueta epigrafe sempre abusata dagli impostori - Ecco la mano dell'Altissimo. - Se non che un nuovo e più terribile sgomento venne a sconsigliare tanto odio; e la corte pontificia, colla sua abituale ipocrisia, tentò a un tratto di riavvicinarsi alla casa d'Austria; e fu quando giunse a Roma la notizia della rivoluzione di Francia. Pio VI dissimulò allora i suoi rancori verso un nemico, per garantirsi colla forza del medesimo contro le idee dei filosofi che, trasmutatesi in fatti, minacciavano l'esterminio degli affigliati alla confraternita della vecchia menzogna. Quel che allora fece Pio VI, cooperato dal satellizio dei cardinali, dei frati e dei curiali, non è che un complesso di violenze e di morali deformità. Si perseguitarono, s'imprigionarono, si assassinarono tutti coloro che venivano accusati di esser seguaci delle nuove idee. Il Sant'Uffizio ebbe un lavoro incessante e crudele. Promiscuamente col famigerato Cagliostro fu arrestato il Balio dell'ordine de' cavalieri di Malta, per l'accusa d'aver tentato di rimettere in piedi le così dette Logge egiziane; e sarebbe stato arrestato anche il marchese Vivaldi, se non fosse giunto in tempo a fuggire e a porsi in salvo a Trieste.
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