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      Ma il tempo e l'esperienza e i ripetuti disinganni insegnano sapienza ai popoli, e gli errori del 96 e del 98 e del 48 saran forse per essere lezioni salutari, se il destino vorrà concederlo. Ma tornando a Roma, e rifacendo settant'anni indietro il volo della mente, pur troppo quella grande pagina, che la Provvidenza sembrò voler preparare alla storia, fu deturpata ben da peggiori cose che da quelle teatrali stranezze.
      Abbiamo detto di voler dire intera la verità, e mettere in palese le colpe di tutti, senza intenzioni partigiane. Perciò, se da noi fu alzato il panno misterioso onde si vollero tener celate ai profani le vere sembianze di Pio VI; se riputammo giusta e necessaria la condotta di Cervoni; se trovammo indispensabile l'avere allontanato il papa da Roma; se riputiamo essere stato una misura di giustizia, la quale se è assoluta dev'essere anche inesorabile, l'avere arrestati tutti i cardinali, arcivescovi, vescovi e prelati che componevano la romana corte, perchè complici tutti e cospiratori a danno della nazione e dell'umanità; perchè interessati tutti a mantenere nell'ignoranza e nella schiavitù le moltitudini, e a volerle piuttosto colpevoli e scellerate che istrutte e felici; non è poi possibile comprimer l'indignazione pensando che da questi atti giustissimi, quantunque severi, non si seppe cavar l'utile che si doveva; nel tempo stesso però che la massima parte di questa indignazione deve ancora andar a cadere sul papa e la sua corte e sull'assurda istituzione del governo clericale.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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