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      Non valgo a dirti quello che ho sofferto in questi orribili giorni; credo che le pene dell'inferno possano essere un sollievo in confronto. Ho perfino dubitato anche di te. Chi molto ama, molto dubita. Tra mia nonna che non sa vietare, ma che non vuole il nostro matrimonio, e la povera mia madre che vorrebbe, ma non ha il coraggio di opporsi alla nonna, io ho vissuto in continuo silenzio, nel quale il mio cuore lacerato non trovò mai riposo un istante.
      «È questo il primo minuto che un raggio improvviso illumina il mio cuore e la mia mente. Ho risoluto. Lascerò questa casa; il come e il quando non lo so. Ma ho risoluto, e nessuno potrebbe distruggere gli effetti del mio proponimento se non coll'ammazzarmi. Per Dio, vorrò ben vedere sino a che punto saprà giungere la crudeltà di una vecchia testa piena di pregiudizj. Che nobiltà, che ricchezze, che leggi, che autorità! Soltanto il mio cuore ha la autorità legittima di comandarmi di amarti e di seguirti e di distruggersi per te. Degli altri tutti respingo ogni comando. Sfiderei Dio stesso, se mi ingiungesse di dimenticarti e di fuggirti. Ma Dio è buono; così lo fossero i padri e le madri, che, pur troppo, credono di fare il nostro bene col farci morire, per piangerci poi quando non si può più risuscitare. Sento, rumore. - Oh Dio! - Non posso continuare. Ripeto dunque il giuramento di fuggire di qui e venire da te, e nasca quel che vuol nascere.»
      Intanto che donna Paolina scriveva, il discorso tra l'amico del Baroggi e la vecchia contessa Clelia era tenace, forte ed eloquente dall'una parte e dall'altra.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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