Il Baroggi, stando in piedi, in quell'atto militare che vuol dire che un inferiore sta davanti al suo superiore:
- Io ringrazio, disse, la degnazione e la bontà del signor colonnello.
- Sedete, sedete, mio caro, e parliamo un po' tra noi, finchè cada morto questo Giulio Cesare, che io odio non tanto per quello che ha fatto, quanto perchè oggi mi ha condannato a tante ore di noja.
E così dicendo, si gettò trascuratamente a sedere sui cuscini dello scaglione...
- È di Milano anche la signorina che sta con voi? Credo bene di non sbagliarmi a crederla una signorina... Ah! andate poi a dire che le donne non stanno bene che colle sottane... Davvero che v'invidio, il mio caro capitano, v'invidio la fortuna d'avere con voi una così leggiadra recluta... Ne tenevo una anch'io, vedete, due anni fa, una fanciulla di Bordeaux, che ho vestito all'ussara come me... una ragazzotta stupenda, che fermò l'attenzione perfino del general Bonaparte... Peccato che una bella mattina non siasi lasciata trovar più, essendo fuggita con un giovane caporale del 17.° - Ah! cara la mia ragazza, credo però bene ch'ella vorrà mantenersi un po' più fedele. Ma è di Milano anche lei?
- Di Milano, veramente, no, fu presto a rispondere il Baroggi, ma dei dintorni.
- Ah, ah, è poi lo stesso... ma ditemi dunque qualche cosa di Milano... Vive ancora quel bestione del conte Mellerio? Che cosa ha detto, eh?... quando il suo caro arciduchino ha dovuto pigliare il dazio... Gran brava gente c'è a Milano... gran bravi giovinotti.
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