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      - Tu parli benissimo: ma io ne ho conosciuti assai di questi repubblicani stati ricchi e stati nobili... Ho provato anche a stuzzicarli. Or piglia la più superba e pinzochera damazza del biscottino, e credi, che in confronto può parere un sanculotto. Non hai veduto come egli si scontorse, quando gli dissi ch'io non era altrimenti nè il Baroggi figlio del banchiere, nè un parente del Baroggi guardia d'onore? Anche a te è riuscito di veder questo?
      Il Baroggi in quel breve colloquio col conte aveva perfettamente indovinato il vero; ma donna Paolina, per sua disgrazia, non fu dello stesso parere, e tanto disse e ridisse, che la sera e l'uno e l'altra furono nelle sale del general Massena.
      Il lettore non si metta in isgomento, chè noi non descriveremo quelle gioconde veglie. Già quasi tutte le grandi celebrità artistiche, come letterarie, e patrizie, e muliebri, erano uscite di Roma. Il Canova era andato a pigliar aria nel Veneto: Pompeo Battoni stava godendo il fresco alla Riccia: il Piranesi erasi riparato a Ercolano: Vincenzo Monti, mutati i panni, già assisteva a Milano al rogo cui venne condannata la sua Basvilliana: Winkelmann moriva asfissiato per non poter più bere l'acqua di Trevi. Solo era rimasto in Roma a far il triumviro l'archeologo Visconti. In quanto ai cardinali (parliamo dei dotti e dei celebri, e di quelli che si ha la curiosità a vederli e a sentirli a parlare), innanzi tutto non sarebbero mai andati a far la loro corte quotidiana a un soldato; ma quel che meglio si dee sapere, è che in Roma non ce n'era più nemmeno uno, anche a metter fuori la mancia d'un milione di scudi romani.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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