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      - Il nostro mandato non ci permette di entrar giudici in materia. Soltanto devo dirvi, e potete immaginarvi se ciò mi addolora, che il conte colonnello S... vuole da voi una riparazione d'onore, e col solito mezzo delle armi.
      Donna Paolina, a queste parole, si alzò di slancio, fece due passi verso il colonnello Ballabio, tentò di parlare, ma si mise di nuovo a sedere, mandando un lungo sospiro e premendo la fronte sul palmo della mano destra.
      Il Ballabio, dopo aver sogguardato a lungo quell'infelice, fece segno al Baroggi che desiderava continuar a parlare fuori della presenza di lei. Ma, il giovine capitano, sempre ad alta voce:
      - Vi comprendo, vi ringrazio, esclamò. Ma ella può e deve sentir tutto. Non a caso veste l'assisa e cinge lo squadrone; ha l'intelletto e l'anima affatto virili, e può sentir tutto. Che c'è altro adunque di così grave, ch'ella, s'ella non fosse, dovrebbe lasciarci soli?
      - Giacchè lo volete, devo dirvi che il duello porta una condizione.
      Donna Paolina alzò la testa e stette attenta.
      - E quale?
      - Che il duello dev'essere...
      - All'ultimo sangue?
      - A morte!
      - Nè ciò basta, soggiunse l'altro, padrino.
      - Proseguite.
      - Dobbiam dirvi che il duello, quando non avesse un esito definitivo la prima volta, dovrà ripetersi finchè uno dei due combattenti rimanga morto sul terreno.
      - E così sia, proruppe eccitata donna Paolina; ma dite a colui, il quale non solo non è padre, ma non è uomo, che a questa condizione se ne contrappone un'altra (e qui donna Paolina si alzò terribile nell'atteggiamento e nella guardatura), e questa è, che se il capitano rimanesse ucciso, la figlia, sul medesimo terreno, debba combattere col padre.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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