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      .. Dite adunque al colonnello S... che mi domandi un'altra riparazione, e sarò sempre disposto a fare il suo desiderio.
      A queste parole, il Ballabio guardò in faccia all'altro padrino, quasi a dire: - Pur troppo, costui ha ragione. E quegli si alzò, e dopo aver misurato la camera innanzi e indietro, si accostò al Baroggi e dolcemente lo prese per mano.
      - Molte campagne ho fatte, gli disse poi; ho quarant'anni, attraversai la vita di affanno in affanno, ed ebbi nove duelli, sempre provocato dagli altri, e colla persuasione di essere sempre io dalla parte della ragione; una volta poi mi son trovato in una circostanza pressochè uguale alla vostra. Ci ho pensato, chiesi consigli, volli e disvolli... ma alla fine... mi sono battuto. Io abborro il duello e i duellanti, e il mondo che chiama vile chi rifiuta di battersi... ma non importa che un uomo sia o non sia un vile; importa che sia creduto tale. Ascoltate dunque me, capitano; non rifiutate; battetevi, e mettete ogni cosa nelle mani della fortuna.
      - Se si hanno ad osservare i patti come furono posti dal conte, alla fortuna non rimane a far nulla. Uno dei due ha da morire, e le condizioni non sono uguali tra noi. S'io vengo ucciso, che sarà mai di questa mia donna? S'io uccido il conte, come potrà patire costei di vivere coll'uccisore di suo padre? Egli è per questo, o signori, ch'io non potrò mai battermi a giusta gara con lui. Non è questo il momento delle vanterie; ma costei lo sa, nelle sale di scherma io fui chiamato l'invincibile.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





Ballabio Baroggi