Così il divorzio entrerà nel regno italico sotto il braccio del ministro di finanza e il settimo sacramento riceverà scacco matto dall'erario esausto.- E chi sa che il primo ad imitare S. M. non debba essere Sua Altezza?
- Bisogna bene che il divorzio gli abbia dato alla fantasia, per dimenticare così indegnamente i riguardi dovuti alla propria madre. Se poi al fatto del divorzio aggiungete l'aumento di un milione all'anno con cui S. M. gli pagò la perfida mediazione, è facile a comprendere l'allegria che brilla sulla faccia del vicerè.
- Caro cavaliere professore, non deve esser questa la ragione, io ci vedo altro. Ma io posso penetrare in luoghi che son vietati a un canonico di S. Ambrogio. Or fatemi un piacere. Per qualche tempo tenete d'occhio il vicerè e la contessa Aquila, che oggi ha ricevuto la nomina di dama di palazzo, e sappiatemi dire il vostro parere. Or va ad avviarsi una monferrina, e il vicerè sta invitando la contessina a volere ballar seco. Credetemi che l'allegria di questa notte non gli deriva nè da Giove, nè dal tesoriere Plutone.
- Fauni, Satiri, Silvani, Dei cornuti... e che cosa dirà il conte Aquila.... il Vice-Lucifero?
- L'osso da rodere sarà più duro degli. altri. Ma l'orgoglio del conte lo salverà da qualunque sospetto.
- Ma guai se il sospetto romperà nel suo orgoglio!
- Io mi meraviglio però come esso abbia concesso alla propria moglie di accettare la carica di dama di palazzo.
- È presto pensato.
- Cioè?
- Perchè facesse più rumore il suo rifiuto alla carica di ciambellano.
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