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      Considerando la donna come se fosse una statua d'inestimabile pregio, ma senz'anima e senza sangue, non pensava che la fedeltà si può rompere con un desiderio, con uno sguardo; non parliamo dei baci, Dio ci liberi; e che i desiderj vengono e che gli sguardi si comincia a mandarli in giro allora appunto che si sente il peso delle catene. Non c'è nessuno che più del prigioniero sia avido di cielo e d'aria. Ben è vero che il proverbio: l'occasione fa l'uomo ladro, consigliò molti mariti a non lasciar mai sole le proprie mogli, a vegliare dappresso, a farle vegliare. Ma se questo proverbio può dar molto da pensare, non fa minor senso quell'altro: la proibizione genera l'appetito. Comprendiamo assai bene che un marito, collocato tra questi due proverbj, sta peggio di un soldato collocato tra due fuochi. Ma bisogna pur pensarci e prendere una risoluzione. Il conte Aquila non ruminò che il primo proverbio, e a quello s'attenne, e non ascoltò che le sue inspirazioni, e qui fu il danno. Quanti guai di meno se da filosofo indulgente, che vive e lascia vivere, non si fosse regolato che col secondo!
      Quando la contessina entrò sposa nella casa di lui, oltre ad essere giovine come l'acqua, aveva tutte le virtù di cui può andar fornita una fanciulla. Ma, se la soave timidezza del suo contegno poteva far sospettare quel ghiaccio di cui abbiamo parlato, il ghiaccio non c'era. Noi confessiamo di portare una avversione speciale, accanita, per tutti gli uomini, per tutte le donne che son bravi e virtuosi perchè sono gelati, che non bevono perchè non hanno mai sete.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





Dio Aquila