Il lettore non può immaginarsi quanti belli e cari giovinetti si trovarono a sbatter le pinne convulse in quella rete ognora protesa: giovani cari e belli, e, ciò che fu il danno, senza punto d'esperienza, che pigliando fieramente in sul serio le care lusinghe di quella sirena, ebbero poi a subire disinganni orridi e desolazioni lipemaniache! Ma non solo i giovinetti di prima cottura, non solo i paperi innocenti del ruscelletto; ma frolli don Giovanni, stati più volte immersi nel fiume Lete; ma grossi topi veterani del Seveso, dovettero sovente parer novizj al contatto maliardo di quella donna. Colei, lo ripetiamo, non era cattiva, ma nel suo intelletto e nel suo cuore non era mai penetrata l'idea della costanza in amore. Nè è a credere che non amasse; amava assai, amava ardentemente; e nei primi istanti che le entrava nel sangue la scintilla incendiaria, ella non aveva pace, e si struggeva finchè non avesse potuto accostare l'oggetto de' suoi desiderj. Ma un amante nelle sue mani non era nè più nè meno di un cappone messo in sul piatto di un ghiotto. In pochi momenti non rimanevano che le ossa, e la fame chiedeva tosto altro cibo. Povero Foscolo! indarno ti stettero intorno le sante muse
Del mortale pensiero animatrici.
A ogni modo quella contessa, sebbene fosse così eccezionalmente volubile e cangiasse gli amanti come i guanti e le scarpe, aveva però le sue predilezioni. Nella lunga sfilata dei suoi adoratori, ella si rammentava di taluno che davvero amò, e che forse avrebbe voluto aver sempre seco, sotto condizione peraltro che si adattasse ai capricci suoi, e chiudesse un occhio quando ella sorrideva agli altri.
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Giovanni Lete Seveso Foscolo
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