- Già io so il perchè, disse, a lei sta tanto a cuore la fortuna dell'imperatore.
- Perchè?
- Quando glielo avrò detto, ella avrà la bontà di confessare che ho côlto nel segno. Ma non vada in collera. Se ella non avesse nello scrigno tanta carta, il cui valore non aspetta l'esito delle cannonate, non spasimerebbe tanto per S. M. Vorrei vedere, cara signora napoleonista, se suo marito, invece di acquistare dei boni del tesoro, avesse, prima del sistema continentale, investito un grosso capitale in qualche fabbrica di Londra; vorrei vedere se adesso si tormenterebbe tanto a veder tutto bello e lucido e sereno.
- Cosa c'entra il tormentarsi?
- Ma la mi lasci finire... Io già so come sono i capitalisti che fanno speculazione di borsa. Le loro opinioni politiche durano dalla mattina alla sera, e al dì dopo se soffia una inattesa notizia, volano via tutte le simpatie del dì prima.
- Questo va bene, ma....
- Altro che andar bene! ma se mi ascolta andrà meglio. Io dunque credo fermamente che Napoleone non può più star in piedi: prima però ch'ei cada affatto ella ha tempo di vendere benissimo tutti i suoi boni. È probabilissimo che Napoleone, rientrando in campagna, abbagli ancora il mondo con qualche brillante vittoria. Quello è il momento, cara signora, di vender bene la sua carta. Tutto il mondo crederà che a una vittoria terrà dietro un'altra, come una volta; ma le vittorie non saranno molte, si fidi di me. Ho parlato a due o tre generali dei più intimi di Napoleone: ebbene? crollano la testa, cara signora, e criticano il padrone, perchè son sazj.
| |
Vorrei Londra Napoleone Napoleone Napoleone
|