E da qualche tempo, per coronar l'opera, è diventato anche avaro fino alla spilorceria. Il signor conte si ricorderà bene del modo saporito con cui l'incisore Rosaspina si vendicò della di lui avarizia.
- Non me ne ricordo.
- Oh è bella, bella davvero. L'incisore dedicò due anni fa una sua stampa al vicerè, il quale non si degnò nemmeno di far rispondere all'artista, nè di mandargli quel dono consueto per il quale, in conclusione, si fanno le dediche. Or che cosa fece il Rosaspina? quando pubblicò ultimamente una nuova incisione, dica un po', signor conte, a chi ne fece la dedica?
- A chi?
- A Sua Altezza l'uomo di Pietra. Vi piace?
- Davvero che è saporita. Ma, tornando a noi, se le troppo frequenti ingiustizie fatte dal vicerè ai nostri, se l'ostentazione di un disprezzo che sinceramente non può sentire, se la grettezza e l'avarizia, delle quali però è la prima volta che sento a parlare, possono e devono dar da pensare seriamente a chi volesse mettere quest'uomo sul trono d'Italia, per il resto non state a darvi un pensiero. Cara signora, se voi stessa non mi aveste preceduto col dirmi, che sarebbe toccato al vostro signor marito a far di questi lamenti, davvero che mi fa senso come una bella signora come voi, tutt'altro che disposta a imitar le sante, siasi messa a sfoggiar tanta morale sul fatto che al vicerè piacciono le dame. E a chi non piacciono? Bisogna poi tener conto della posizione e delle tentazioni. Se, per un supposto, al luogo del vicerè si potesse mettere S. Luigi Gonzaga o S. Francesco d'Assisi, in meno d'un mese vedremmo impegnati l'uno e l'altro in qualche avventura galante.
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