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      .. e là... Non credo che, per quanto abbiate poca stima di mia moglie, voi desideriate ch'io l'ammazzi.
      La Falchi, ad onta del suo animo perverso, rimase percossa a queste parole del conte, e:
      - Ma io non vi ho detto che avrei taciuto; vi ho detto soltanto che non trattavasi di una cosa seria... e aggiungo adesso, per mettervi tosto in sulla via giusta, che tutta la colpa è del vicerè.
      - Del vicerè?... ma come c'entra il vicerè?...
      - Se credete alle mie parole, non cominciate a contraddirmi. - Vi ripeto adunque che se la fama di vostra moglie fu in pericolo di essere appannata, la colpa non è di lei, povera donna, ma di quell'imbecille impudente e invanito.
      - Ma che diavolo può essere avvenuto, che nulla me ne sia trapelato? - Ciò è inverosimile.
      - Vi ricordate, signor conte, dell'ultima festa di corte?
      - Sono già trascorsi tre anni.
      - Ciò non importa...
      - Ebbene...
      - Ascoltatemi tranquillo... Il vicerè in quella notte diede un bacio a vostra moglie; ecco tutto.
      - Il vicerè baciò mia moglie?...
      - Un vostro amico era con me, e vide con me tutto... egli è il conte X che potete interrogare.
      - Dunque fu uno spettacolo pubblico?...
      - No, il fatto avvenne nelle sale più interne del palazzo. Noi due soli abbiamo veduto, e si voleva in quella notte stessa farvene avvisato... appunto perchè vostra moglie era innocente dell'avvenuto... e forse occorreva che voi, per vostra norma, aveste a saper tutto.
      - E perchè non avete parlato?
      - Perchè si è poi creduto di far meglio a tacere. E si tacque... scrupolosamente.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





Falchi