Pagina (1172/1507)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Come allorquando vediamo un piccolo nuvolo in sull'orizzonte, che non sembra dover turbare per nulla la tranquillità del cielo; ma poi quasi facendosi incontro ad altro nuvolo che non si sa donde siasi spiccato, si congiunge e s'ingrossa con quello, e a poco a poco altri si accumulano in modo che chi guarda può benissimo aver timore di un temporale; così, per caso, vennero a congiungersi in Parigi e il conte Aquila e la Falchi, poi l'avvocato Gambarana e il marchese F... e il vicerè, e il colonnello Baroggi, che rimasto pochi giorni a Parigi, era tosto partito per Milano.
      La rivelazione di un fatto improvvisò di punto in bianco un nemico implacabile a Beauharnais; una quistione giuridica di indole puramente privata, per influenza onnipotente dell'interesse, avvicinò un altro patrizio al conte Aquila, nel desiderio di vedere in rovina il figlio adottivo di Napoleone; la Falchi, sollecitata dall'auri sacra fames, ci fece presentire un altro temporale, che dovrà scaricarsi su altre teste. Vedremo, tornando a Milano, di che qualità sarà la grandine.
     
     
      VII
     
      La sera del 12 aprile il conte Aquila entrava in Milano da Porta Vercellina. Egli aveva già dato avviso al maggiordomo del proprio arrivo e indicatone anche il giorno e approssimativamente l'ora. Dopo il dialogo avuto colla Falchi non aveva più scritto alla moglie; soltanto nelle lettere dirette al maggiordomo, gli aveva sempre lasciato l'incarico di porgere alla contessa i proprj saluti. Come un re di Spagna non poteva mancare a nessuna legge del cerimoniale domestico; d'altra parte non voleva tradire alle persone di servizio i proprj segreti.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





Parigi Aquila Falchi Gambarana Baroggi Parigi Milano Beauharnais Aquila Napoleone Falchi Milano Aquila Milano Porta Vercellina Falchi Spagna