- A domani, contessa, rispose bruscamente il conte; sono già a letto, e voglio dormire.
Ella tacque: stette ancora in forse; poi con voce che quasi non si poteva sentire:
- Felice notte, - disse, e partì assai pensierosa, perchè il conte non si era mostrato mai come allora tanto scortese con lei.
VIII
Il giorno dopo il conte ricevette molte visite di conoscenti, e fu con loro affabile e loquacissimo; tra le altre ebbe anche quella del conte X.
- Chi mi avvisò del tuo arrivo fu la moglie dell'avvocato Falchi, la quale mi scrisse da Parigi. M'annunzia che s'è già messa in viaggio, e mi prega di passare da te.
- Non ti scrisse altro?
- Null'altro. Di che si tratta?
- Di un'inezia. - Siedi. - Madama a Parigi mi raccontò la scena comica dell'ultima festa da ballo data a corte.
- Che scena comica? Non so niente io...
- Allora vuol dire che sarà tragica. Tutto dipende dal modo con cui si piglian le cose.
- Ti prego a spiegarti.
- Diavolo! non hai tu visto il vicerè a far la corte a una dama e a darle un bacio?
- Ah... sì... ma passò tanto tempo, che quasi non me ne ricordava più...
- È dunque vero?
- Quello che è vero è vero. Ma la moglie dell'avvocato ha fatto male a mettertene a parte.
- Ha fatto benissimo. - E tu, come amico, avresti dovuto essere il primo a parlarmene. Vedi bene che mia moglie non ci ha nè colpa nè peccato, nè io non avrei mai potuto adirarmi con lei; però, credimi, che se tu avessi detto tutto quella notte stessa, sarebbe stato meglio.
- Son sempre cose che fanno dispiacere... Ma tua moglie non te ne disse nulla?
| |
Falchi Parigi Parigi
|