Siccome poi gli giunse all'orecchio che qualche voce maledica aveva messa anche colei nel novero delle donne ch'esso aveva corteggiate e gli avevano corrisposto, si sentì completamente appagato nell'orgoglio, e non cercò altro, senza tentare di distruggere quelle dicerie; che anzi fece di tutto, per quanto era in lui, onde accrescere le apparenze che potessero ajutare l'altrui credulità.
In quanto a donna Paolina, ella si sentiva così in regola colla propria coscienza, così forte e superiore, che non si dava un pensiero al mondo dei sospetti e delle dicerie; nè altrimenti si comportava il colonnello suo marito. Egli, come Bajardo, era un cavaliere senza paura e senza macchia, malgrado quel tal bacio ricevuto dalla contessa A..., che per certe leggi del galateo mascolino non aveva potuto rifiutare; e ai più caldi tra i suoi amici, che, presente donna Paolina, gli avevano fatto osservare come taluno avesse notato la eccessiva deferenza che il vicerè mostrava per loro, rispondeva che, a voler tener dietro a tutte le fluttuazioni dell'opinion pubblica, non era sperabile di avere tregua mai; ch'egli non aveva altro fine al mondo che di essere contento di se stesso; che tutt'al più, se qualche voce più precisa gli fosse andata all'orecchio, e avesse conosciuto l'uomo che avesse parlato di loro, il suo squadrone avrebbe fatto giustizia.
Ma lasciando il sereno ambiente della famiglia Baroggi, passiamo a delinear le scene dell'estrema catastrofe del regno italico.
XI
Siamo ai 27 dicembre dell'anno 1813. Il teatro della Scala è aperto al pubblico; è incominciata la stagione di carnevale; non ostante la notte chiusa e nera, e la neve che cade a larghi fiocchi, il pubblico vi si è affollato, e la fila delle carrozze non manca di far ingombro alle vie del Giardino e di S. Giovanni alle Case.
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