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      È necessario che siam soli, affatto soli.
      - Qui non c'è nessuno.
      - Voglio che mi promettiate inoltre che vostra moglie non debba saper nulla degli affari nostri. Ecco perchè ho lasciato il teatro un'ora prima.
      - Io non dirò nulla; ma sapete com'è quella donna; eppoi bisognerebbe che non avesse saputo mai nulla...
      - Allorquando abbiam comperato per un milione e mezzo in tanti boni del tesoro...
      - Non dovete ignorare, eccellenza, ch'ella stessa andò per quest'oggetto a Parigi...
      - Lo so... ma vi avevo raccomandato di farle credere, che erano o proprietà vostra, o di qualche altro vostro cliente.
      - Ho fatto quello che ho potuto... ma non posso assicurarvi, eccellenza, ch'ella non abbia sospettato sieno roba vostra.
      - Ebbene, fin qui non c'è gran male; soltanto è necessario che non sappia il resto. Ed ora veniamo a noi: - per quell'affare si è quasi raddoppiato il capitale, non è vero?
      - Ve l'ho già detto: io tengo in deposito due milioni e centocinquantamila lire, che ho collocate sul banco di Genova. Ecco qui la regolare ricevuta e i documenti relativi ch'io depongo nelle vostre mani, per tutto quello che può succedere.
      - Se li avessi voluti, ve li avrei già cercati; ma per ora non voglio tener nulla presso di me. Vi conosco per uomo onesto e rettissimo, e mi fido, starei a dire, più di voi che di me.
      - Eccellenza, vi ringrazio... ma dalla vita alla morte... è sempre bene...
      - Come avvocato dovete avere il vostro repertorio; per conseguenza non potrà esser mai che il mio possa parer vostro.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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