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      - Non dormo sinchè non so tutto.
      - Oh che tormento!
      - Parla dunque.
      L'avvocato, che avea promesso al ministro di non dir nulla, stette un momento in forse; poi, come sempre aveva fatto, mise a parte la moglie d'ogni segreto, e concluse con queste parole:
      - Se il ministro fin qui non ha mai compensato le mie prestazioni, bisogna però considerare quanti affari vantaggiosissimi ho fatti per suo consiglio e per suo intervento; in quanto poi alla faccenda di stasera, tu vedi che a far passare per le mani più di due milioni e mezzo, deve ad esse restare attaccato qualche cosa; perchè bisogna anche confessare che, se quell'uomo è avaro, fa eccezione fra tutti gli avari in questo, che non è per nulla diffidente e, se si mette nelle altrui mani, lo fa occhi chiusi. Ne vuoi una prova, e una prova incredibile? Non ha voluto nemmeno la ricevuta de' suoi capitali che ho nelle mani; e la compera dei beni stabili, fino all'ammontare della somma che tengo, devo farla in testa mia. Vedi or tu che, s'io fossi un birbante, potrei fare un brutto tiro al ministro, e senza un timore al mondo e senza nemmeno il pericolo ch'egli avesse a parlare; egli ha troppa paura del pubblico in questi momenti, e non vuol che si sappia ch'egli ha accumulato tanta ricchezza. Credo persino che, se ha rifiutato la ricevuta, gli è perchè teme possa mai essere veduta da qualcuno. Quell'uomo, che ha tanto ingegno e acume veramente straordinario, in certe cose è piccolo come una donnicciuola. Ma è il solito sistema di compensazione che va.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507