Ma chi se ne piglierebbe l'incarico? Io, no davvero, che stetti fuor di paese troppo tempo.
In questo punto entrò nella sala un personaggio ancor giovane, bene incravattato, che il conte Aquila salutò ed avvicinò.
- Guarda un po', gli disse questi, tu che sostenevi avere l'Austria deposto ogni pensiero della Lombardia.
- Che cosa?
- Vedi quell'ometto là, che giuoca, perde e ride?
- Sì che lo vedo... lo vedo e lo conosco.
- Oh!... Lo conosci davvero?
- Sì... è un prodigo senza testa. È venuto a Milano da poco tempo, e s'è innamorato della città nostra. Ha voluto persino farsi inscrivere nella guardia civica; per la sua generosità, lo si voleva nominare ufficiale; ma egli si accontentò di essere sergente.
Il conte Aquila guardò il Bruni come se pensasse: or chi di voi due dice il vero? Il Bruni non disse parola.
Questo ci raccontò poscia, tanti e tanti anni dopo, come ebbe a scoprire esservi stato accordo, tra quell'emissario austriaco, e colui al quale il conte Aquila aveva parlato. Chi poi fosse quel personaggio, è subito fatto intendere al nostro lettore, se appena egli ha l'abitudine a sciogliere sciarade e logogrifi.
Colui, dunque, noi lo abbiamo visto molte volte; e alla processione del Corpus Domini e ai Te Deum per gli anniversarj ed i giorni onomastici austriaci, col suo collo torto, colla sua aurata assisa di consigliere intimo, e colla sua fascia traversale bianco-rossa dell'Ordine di Maria Teresa. Egli era conte, quantunque i suoi avi di sessant'anni prima avessero fatto carbone presso Ossola.
| |
Aquila Austria Lombardia Milano Aquila Bruni Bruni Aquila Corpus Domini Te Deum Ordine Maria Teresa Ossola
|