La faccia del giovane vetturale erasi infuocata come quella di un ubbriaco.
- Ora puoi andare, soggiunse. Alle due non mancare; domani o dopo avrō ancora bisogno di te, e ti manderō a chiamare.
Egli la salutō e partė, e quando fu per lasciar la casa, sbagliō l'uscio e si trovō in cucina, tanto era attonito e fuori di sč.
Questo colloquio tra il Bernacchi Giosuč e la Falchi avvenne il 19 marzo. La sera del 25 la bottiglieria del Cambiasi dirimpetto alla Scala era piena zeppa di curiosi che parlavano e s'interrogavano a vicenda.
- Ma dove avvenne l'aggressione? chiedeva uno.
- Precisamente sulla piazzetta del Bocchetto presso al Demanio.
- Il ladro si avventō con uno stilo.
- E il colonnello?
- Il colonnello era stato ad ispezionar le ronde e le pattuglie, e se n'andava pei fatti suoi. Sebbene colto all'impensata, fu lesto a cavar la pistola che mise alla faccia del ladro, il quale venne ferito in una mandibola.
Queste voci corsero la sera del 25 marzo; e il dė successivo, dopo che il chirurgo Monteggia ebbe estratta la palla dalla guancia del presunto ladro, si seppe che l'aggressore non era un ladro altrimenti, sibbene un vetturale che faceva buonissimi affari, e si chiamava Bernacchi Giosuč.
III
Quando la notizia dell'aggressione del colonnello Visconti e del colpo andato a vuoto e della pronta di lui difesa, insieme colla pių grave che l'aggressore era stato il vetturale Giosuč Bernacchi, vennero all'orecchio della Falchi, ella, per quanto fosse perversa e imperterrita, ne ebbe un tale sgomento da sentire per la prima volta in vita sua che cosa fossero le irrequietudini convulse.
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