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      - Il general Pino è venuto jeri.
      - Questo lo so; ma a far che?
      - Che sia stato lui a fare uscire la gendarmeria di città?
      - Potrebbe darsi, ma a qual fine?
      - Gli avranno scritto che tutta la popolazione di Milano è avversa alla nomina di Beauharnais e vuol fare una tumultuosa dimostrazione al Senato; ed egli avrà pensato di lasciarla in piena libertà di tentar tutto quello che vuole.
      - Chi sa che cosa rumina nella sua testa il general Pino?
      - Che abbia preso sul serio il progetto di alcuni matti?...
      - Non sarei lontano dal crederlo, quantunque ei sia buono, semplice e liberale; ma egli ha tanto il vicerè sulle corna, che per potergli dire: - Io, che tu volevi umiliare, sono diventato il re d'Italia, e tu sei una livrea in fuga, - potrebbe perdere la tramontana e mettersi a discrezione dei matti.
      - Frattanto, in tutto ciò che si sta preparando, io vedo una rovina irreparabile.
      - Prima di far cattivi pronostici, stiamo a vedere il risultato della deputazione.
      - Che risultati vuoi tu attendere? se oggi il Senato va all'aria, domani i Tedeschi son qui. Quel capitano dalmato, col quale fummo jeri sera al caffè dei Servi (mi pare che si chiamasse Radonich) e mi ha tutta l'aria d'essere un emissario e un emissario astuto ed esperto, ha detto che vi è un patto segreto d'alleanza tra l'Austria e le alte potenze, pel quale, quando la pace fosse fermata, essa può conservare dell'Italia soltanto la parte che avrebbe conquistata durante il tempo della guerra.
      - Ma questo mi parrebbe un vantaggio per noi.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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