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      - Se si stesse queti, sì... e se il Senato avesse ottenuto di proclamare Beauharnais a re d'Italia. Quel Dalmato rivelò il passo del trattato segreto, per stornare ogni sospetto d'ingerenza austriaca. Ma quando parla un agente prezzolato, un emissario, una spia, si coglie la verità a interpretare tutto al rovescio. Bellegarde ha dunque bisogno di trovarsi a Milano prima che la pace sia conchiusa. Vi pare che ciò sia chiaro?
      - Fino a un certo punto sì. Ma se Beauharnais si è reso odioso e insopportabile a tutti; che pro se ne avrebbe ad assumerlo per re?
      - Allora non si parli d'indipendenza; giacchè per scartare Beauharnais, bisognerebbe che noi avessimo in guardaroba una scorta di re italiani belli e fatti, perchè le alte potenze potessero scegliere. Mi fanno ridere quelli che propongono il general Pino; ma ci vogliono dei precedenti, i miei cari, e il solo Beauharnais sarebbe possibile, e perchè ha ancora un esercito, e perchè è parente di re, e perchè si sa che è carissimo all'imperatore di Russia. Molti dicono: Murat era un postiglione, Bernadotte era un avvocato, ed hanno potuto diventar teste coronate; e il general Pino, se si guarda alla schiatta, è in miglior condizione di loro. Ma fu una mano onnipotente che coronò quei primi, non un popolo in ribellione, che non sa nemmeno quel che si vuole.
      Intanto che questi tre galantuomini parlavano tra loro con tutte le doti che dovrebbe avere lo storico di Quintiliano, ossia con tanta tranquillità e freddezza che, se tutti gli abitanti di Milano fossero stati della loro tempra non sarebbe mai avvenuto nulla di sinistro; gli altri sparsi drappelli avean lasciati i boschetti solitari.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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