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      Una orrenda fatalità avea davvero decretato l'eccidio dello sventurato ministro, perchè se il Pino si fosse indugiato appena alcuni minuti, forse colui sarebbesi potuto strappare al furore del popolo. Ma il Pino non poteva esser giunto in fine della via del Marino, che una voce gridò: Badate che il Prina è in casa nascosto.
      Questa voce in un baleno passò di bocca in bocca. Il Granzini capo-mastro la sentì e gridò subito ai suoi: Se c'è, si ha a trovare. Cercate e frugate dappertutto. Il Fontana padre e figlio stavano in quel punto strappando l'inferriata della scaletta che metteva alla camera dove il Prina erasi rifugiato. Giunsero in capo alla scaletta, là v'era un uscio: l'uscio era chiuso, chiuso per di dentro; l'atterrarono di un colpo; pareva che quelle belve avessero sentito l'odore della preda. Pochi uomini erano là. Una persona civile, che i Fontana non conoscevano, entrò quasi nel medesimo tempo in quella camera con loro. Entrò nel punto che il ministro stramazzone stava per essere azzannato. Quell'uomo con voce soffocata: Centomila franchi, disse, duecentomila, un milione per voi, se tacete e lo salvate.
      Il Fontana figlio mandò un grido feroce a quelle parole; lo sconosciuto atterrito fece in due salti la scaletta e fuggì. (I due Fontana narrarono quel fatto qualche tempo dopo, vantandosi d'aver rifiutato un milione. Chi fosse poi quello sconosciuto non si potè mai sapere; forse era lo stesso cugino del ministro.) Scoperto il Prina, afferrato da quei feroci, tutto fu finito per lui.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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