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      Ma, come vedrà il lettore, la sede naturale di tali rivelazioni non può essere questa, ma la successiva, che potrà essere designata sotto il nome della COMPAGNIA DELLA TEPPA. In essa verrà in iscena l'uomo ignoto che all'alba ed alla sera del 20 aprile ebbe colla Falchi lunghi e torbidi colloqui; in essa farà una nuova comparsa il vetturale Giosuè Bernacchi, nell'occasione che dal manicomio della Senavra sarà licenziato come ristabilito in salute; in essa verranno ripigliate tutte le fila che in questa rimasero sospese.
      Intanto, come conclusione al presente episodio, noi faremo al lettore le domande seguenti:
      Il conte Aquila sarebbe diventato un così fiero nemico di Beauharnais, se questi non avesse baciato la moglie di lui alla festa di corte dell'anno 1810?
      Senza di ciò, non pare al lettore che il conte sarebbe stato invece un gran sostenitore del vicerè?
      Se colui, sempre per avversione al vicerè, che aveva il brutto vizio d'impacciarsi per simpatie ed antipatie degli interessi privati e influire arbitrariamente sul corso della giustizia, non avesse subornato un giudice assai autorevole allora a Milano, e ridottolo al punto di abusare della propria carica, avrebbe trovato in esso un complice tanto attivo da rivoltare contro al governo francese quasi tutta la massa dei pubblici funzionarj di secondo e terzo ordine?
      Se il conte Aquila avesse adoperato per sostenere il vicerè tutta quell'energia di volontà che adoperò contro di lui, il principe Beauharnais sarebbe caduto? il regno d'Italia sarebbe andato a fascio? gli Austriaci sarebbero ritornati?


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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