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      Ed è la prima volta che mette piedi sulla scena. Qual voce e qual sentimento!
      - E quanta bellezza!
      - Per carità, non tocchiamo questo tasto, perchè mi va il sangue alla testa; in costume di Romeo, coi capelli cadenti... con quella figura divina, con quelle gambe, con quelle maglie di seta bianca... torno a pregarti..., cangiamo discorso.
      - Ma, di ragione, sarà il suo amante quello che avrà fatto allestire una tal serenata.
      - Amanti son tutti quelli che l'hanno sentita. Quando penso che, nel momento in cui, disperata, ella si lascia cadere sulla tomba di Giulietta, io ho visto a piangere perfino il barone Gehausen, direttore di polizia! Che cosa vuoi di più? Questo è il suo massimo elogio.
      - La presenza però del conte Emilio Belgiojoso mi darebbe a credere...
      - No. A quanto mi disse ieri in teatro il primo oboe dell'orchestra, che è quel giovinotto là coi baffi neri, chi avrebbe dato in qualche furore per lei sarebbe quel giovane lì che sta presso al conte Emilio Belgiojoso, e che ora prende in mano la viola... probabilmente suonerà un a-solo... È uno dei più bravi dilettanti, allievo del professore Majno che gli siede lì presso. È figlio di quella tale che seguì il colonnello Baroggi in Russia e che vestiva l'uniforme di dragone come il marito... Te ne devi ricordare...
      - Sì, sì, ne ho qualche barlume...
      Ma qui, i zitto! e i silenzio! della folla, troncarono di tratto questo dialogo; e il Baroggi incominciò il suo a-solo sul tema della romanza di Garcia, innestata nel Barbiere di Rossini.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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