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      È giusto?
      - È giusto. E qui vennero i saluti, i buona notte, gli a rivederci, gli addio. Il conte Alberico prese per via di Brisa; alcuni pel corso; altri per Santa Maria Porta. Il Baroggi, col suo amico, col conte Belgiojoso, con Bonoldi e i professori d'orchestra, ritornarono nella via dei Meravigli. Sulla piazzetta della Scala, Bonoldi diede un fischio, e un servo facendogli lume da una finestra della casa dove ora è la spezieria del Riva Palazzi, gli gettò giù la chiave. Altri saluti ed altri buona notte come sopra. Il conte Emilio fu accompagnato al suo palazzo in piazza Belgiojoso. Ultimi rimasero il Baroggi col suo amico, i quali s'avviarono per San Paolo, tirarono innanzi per San Martino, svoltarono in San Zeno, e qui si fermarono davanti al portone d'una casa molto vecchia.
      - Abiti qui?
      - Sì... sto in casa del signor Giocondo Bruni, che tu conosci; un caro vecchio, che mi fa da padre, da tutore, da amico e da consigliere. Mia madre, ch'è andata a Parigi, lasciò a lui in custodia tutta la nostra roba, con cui c'è da empire un magazzino da rigattiere e da fare una pinacoteca sussidiaria alla raccolta dei quadri dell'Ospedal Maggiore. Anche il signor Bruni ha una raccolta di oggetti curiosissimi. Anzi ha un ritratto di tuo padre... eseguito a pastello da uno scolaro del pittore Porta... quando tuo padre non aveva che venti anni... Esso è in costume di...
      - Di che cosa? Mio padre faceva il lacchè a venti anni. Credi tu ch'io abbia paura di perdere la nobiltà? Ma davvero che vedrei volontieri quel ritratto.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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