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      .. mi somiglia?
      - Un gemello non somiglia all'altro come tu a lui...
      - Già il sangue non traligna mai nella porca plebe... a cui mi vanto d'appartenere... Mio padre era bello come un angelo, era forte come un leone, era veloce come un cervo... Ed io non canzono... Mi fanno ridere questi nobili che piangono sui casi della Fuggitiva del Grossi, e si purgano tutti i giorni per diventare interessanti... Ma giacchè siamo giunti fin qui... si potrebbe dormire da te questa notte?... Mi rincresce di andar laggiù sino a Sant'Ambrogio; d'altra parte ho bisogno di star teco a lungo.
      - Letti non ne mancano. Aspetta che apro lo sportello, e fa conto di entrare in casa tua.
      Giunio, aperto lo sportello:
      - Va innanzi, disse all'amico.
      - È meglio che tu mi preceda. Fino al primo d'aprile la mia coscienza non è mai tranquilla abbastanza per quel che riguarda la cura delle mie gambe.
      - Perchè?
      - Perchè in quel giorno c'è una corsa di fantini a piedi da porta Orientale fino a Loreto. Ho fatto una scommessa, e già sono venute a Milano le gambe più veloci del regno Lombardo Veneto. In questi giorni si concertarono due prove e così nell'una come nell'altra, quand'io era già di ritorno alla porta, i miei competitori arrivavano allora a Loreto. Or si aspettava un Vicentino, del quale si raccontan meraviglie; ma io sono figlio di mio padre, come Achille era figlio di Peléo, e me ne rido.
      Giunio andò innanzi, accese un cerino, rischiarò la scala all'amico, e aperse l'uscio della casa. Entrarono ambidue, e passate due o tre stanze, si fermarono in una sala.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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