Giunio accese una fiorentina d'argento.
- Vedi tu questa fiorentina? disse. Ebbene, essa rischiarava le veglie dotte della madre della madre di mia madre. Eccola lì viva e parlante in quel ritratto. Guarda...
- Se questa fiorentina avesse la parola, chi sa che corriere delle dame!...
- Zitto, e rispetto ai morti...
- Ma sai tu che questa tua bisnonna aveva una faccia da far girare la testa anche ad un mazzaconico?
- Lo so bene. E quella lì?
- Oh... cara...
- Questo cara lo disse un altro prima di te trenta o quarant'anni sono.
- Zitto, e rispetto ai morti.
- Questa poi è mia madre.
- Non ha la regolarità nè dell'una nè dell'altra... ma con quell'elmo alla dragona...
- Rispetto ai vivi: ella è una santa.
- Intercede pro nobis.
- E quello lì?
- È il conte colonnello V...
- Quegli che avrebbe dovuto essere il padre di tua nonna... se...
- Che faccia curiosa, non è vero?
- È un testone bovino... Nel contemplarlo, il pensiero corre più facilmente al macello che alla caserma, siamo sinceri, caro Giunio, e lasciando da parte i pregiudizj... Dimmi dunque: se tu, dopo di me, sei il più bel giovane che abbia conosciuto... a chi ne vai debitore? Vien giù liscio. Fu un peccato in cipria e parrucca che si introdusse con garbo nella casa del conte colonnello a far le veci della commissione d'ornato, e aggiustò i profili ai posteri. Guarda che bel naso hai tu! Greco d'alta scuola. Che mai sarebbe stato di te, se questo faccione da profosso, giù per il naviglio del tempo fosse rotolato, come un pioppo del lago Maggiore, fino in casa Baroggi?
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Giunio Maggiore Baroggi
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