.. e costringerla a palesar la verità. È il ritratto del celebre tenore Amorevoli. Guardate bene! è opera del pittore Clavelli, famoso allora in questo genere di lavori.
Così dicendo, il Bruni, gettatosi un ferrajolo intorno alle spalle, si adattò quella maschera al volto. Pareva un'ombra evocata e riplasmata di forme, di carne e di vita.
I due giovani provarono una sensazione che non era di piacere.
- È questa un'ora ben solenne, esclamò il Bruni. Vivi e morti, ci ritroviamo qui tutti uniti, come in un consulto di famiglia.
II
Il Galantino, come abbiamo udito dal giovane Suardi, è dunque morto, assolutamente morto. Gl'impazienti della lunga e, per essi, troppo lunga sua parte sulla scena di questi Cento anni, possono ora consolarsi. Noi qui aggiungeremo che, nato nel 1730, morì nel 1815 a Modena, d'anni 85, lasciando quel figlio che abbiamo conosciuto; figlio naturale, ma ch'ei volle battezzato col proprio nome e cognome, e al quale lasciò tutto il proprio avere, ammontante in terre e capitali a quasi tre milioni di lire milanesi.
E un altro schiarimento è più che mai necessario a questo punto. Che cos'era e che mai stava scritto in quella carta che il giovane Suardi aveva mostrato a Giunio Baroggi e al Bruni?
Il testamento che fin dall'anno 1813 Andrea Suardi, senza scoprirsi, aveva spedito in originale al giudice del tribunale civile nelle cui mani era stata posta la causa tra il Baroggi e il marchese F..., non aveva ottenuto l'effetto che il Suardi se n'era aspettato. I denari del marchese avevano corrotto il giudice, avevano corrotto il notajo Agudio, che a prezzo d'oro aveva vendute le carte e i documenti relativi a quel fatto, e che si trovavano da sessant'anni nell'archivio privato del dottor Macchi.
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