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      Il conte B...i, ch'era intrigante e curioso per natura, e avrebbe voluto sapere a ogni costo il motivo di quella strana visita del consocio della Teppa, si pigliò l'incarico di fare l'ambasciata egli stesso.
     
     
      V
     
      Il Suardi, intanto, fatto entrare in una antisala, stava guardando i ritratti della casa F... Marchio F... leggeva in uno scudo dipinto nell'angolo destro al basso del ritratto ad olio, ed era il marchese nella cui casa suo padre era nato e aveva servito. Comes F... lesse sotto a un altro ritratto, ed era il conte rapace, il vero ladro, il fur magister: stette poi a guardare a lungo il ritratto del nonno del marchese a cui doveva parlare.
      - Se l'erede ha il muso di costui, pensava tra sè, ora capisco perchè mi si costringe a un'anticamera così lunga; e fece due o tre giri per la camera impaziente. In questa entrò il conte Alberico.
      - Tu qui?
      - Qui tu? domanderò piuttosto. Il marchese è mio cugino ed è tutore di una mia figliuola. Ecco perchè troppo spesso devo sopportar la presenza di questo gesuita in cravatta bianca. Ma tu, che puoi vivere lontano da questi, che son come i succursali del Sant'Uffizio, che pessima tentazione hai avuta? Ora il marchese è là con un monsignore del Duomo: un bacchettone inferocito, che farebbe abbruciare tutte le ragazze quando son belle... e non darebbe quartiere che alle sciancate, alle gobbe, alle oppilate. Per accrescere il divertimento, c'è anche un oblato di S. Sepolcro, un erudito che non parla mai; e affinchè poi l'intingolo riesca più saporito, c'è quel chiacchierone superficiale di Francesco Pezzi, che mentre dà giù botte da orbo a quei poveri diavoli che cantano e ballano per cavarsi la fame, vien qui tutti i giorni a dare il turibolo sotto al naso del marchese.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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