Quello di Napoli, morto che fu Murat, s'affrettò a decretar onori a' suoi assassini. Ristaurato era il granducato di Toscana, ristaurato il ducato di Modena. Già il re Emanuele di Piemonte aveva con un decreto fatto scomparire tutto quanto il sedimento fecondo lasciato giù dal regno italico. Già Francesco d'Austria e il re di Napoli s'eran trovati a Roma intorno al papa. Già la città di Milano era stata visitata dall'Imperatore, che aveva nominato il vicerè del regno Lombardo-Veneto. Il governo austriaco in Lombardia era compiutamente costituito e ordinato e di qui influiva direttamente e indirettamente su tutta Italia.
Già la popolazione nella sua più larga generalità, stanca di così lungo e incomodo scombussolamento, si era adagiata, intenta ai proprj interessi individuali, nel nuovo ordine di cose. Già nella classe dei pubblici funzionarj, dei nobili, dei negozianti, fatte sempre le debite eccezioni, erasi svegliato un germoglio, se non di simpatia, di tolleranza almeno, verso il ritornato dominio. Ad omettere i frequentati Tedeum ufficiali, comandati sempre dai dispacci governativi, i ciambellani abbondavano intorno al sorridente vicerè Ranieri; le dame di corte affluivano intorno alla viceregina, giovane, bella ed alta come un granatiere. La popolazione accorrente alle processioni della Santa Croce e del Corpus Domini, trovava ameno e soave l'eterno sorriso dell'arcivescovo Gaisruck.
In altra parte e in altro tempo era una gara per ottener biglietti onde assistere alla lavanda dei piedi nella sala delle Cariatidi a corte.
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